giovedì 16 aprile 2009

Enigmistica e filosofia in lingua


Parlando con rispetto, son finiti i tempi dei filosofi dalle lunghe barbe, dalla fronte rugosa di concentrazione e dai discorsi lunghi e austeri. Oggi, nell’epoca dello slogan e della multimedialità, la filosofia cede più spesso (e più volentieri) alla tentazione della boutade, del gioco di parole, della vera e propria esposizione “enigmistica”: così oggi un filosofo come Raimon Panikkar può indulgere senza remore a parlare della teoria fisica del campo unificato (ad oggi irrealizzata) come dell’«Einstein’s dream and drama» («il sogno e il dramma di Einstein», difficilmente traducibile in italiano: tratto da “L’invisibile armonia”, in «Filosofia.it» online, ISSN 1722-9782, ottobre 2008).
Ma sovente ci si spinge oltre. Di seguito riporto tre giochi enigmistici (in prosa, ovviamente: i testi sono ripresi fedelmente dalle opere degli autori citati), in tre lingue diverse, di due filosofi contemporanei: il primo è
il citato Panikkar, catalano, qui autore di una sciarada in inglese e di un cambio di finale in italiano; il secondo è Paul Rabinow, americano, a sua volta autore qui di una sciarada in francese.
Questo è il primo gioco, tratto da “Il pluralismo della verità” (in «Dialegesthai» online, ISSN 1128-5478, luglio 2008). Panikkar spiega che la comprensione non è l’operazione di “cattura” di un oggetto da parte del pensiero, bensì un’attività che parte dall’“ascolto” delle cose. Il gioco di parole si basa su “under” (“sotto”), “stand” (“stare”) e “understand” (“comprendere”, “capire”):

SCIARADA (5 + 5)
«Comprendere vuol dire “stare-sotto” alla cosa compresa, essere posseduti dal suo fascino, starne al di sotto in ammirazione, magari con scetticismo».
Raimon Panikkar
Sol.: under, stand = understand.
La seconda sciarada in prosa, tratta da Pensare cose umane (Roma 2008, p. 28), è dello studioso americano Paul Rabinow, professore di antropologia all’Università di Berkeley, in California. Per Rabinow il pensiero non è né universale, né atemporale; esso è assolutamente dipendente dal contesto nel quale viene formandosi. Stavolta il gioco di parole, in francese, è tra “mi” (“nel mezzo”), “lieu” (“luogo”) e “milieu” (“ambiente”, “àmbito”, “contesto”): il pensiero

SCIARADA (2 + 4)
«prende posto in un ambiente [Milieu]. Giocando sul senso originario del termine – mi-lieu, tra i luoghi – si potrebbe dire che il pensiero prende posto tra luoghi ma non già dovunque o in qualunque momento».
Paul Rabinow
Sol.: mi, lieu = milieu.
Il terzo e ultimo gioco è ancora di Panikkar, in spagnolo, tra i termini “estilo” ed “estilete”, che in traduzione italiana sono stati resi con il cambio di finale tra “stile” e “stilo” (tratto da Saggezza stile di vita, San Domenico di Fiesole (FI) 1993). Panikkar sottolinea la dimensione esistenziale del filosofare, il suo aspetto pratico in senso aristotelico, cioè il suo essere prassi che nutre e trasforma il soggetto; lungi dunque dall’essere una mera produzione di “idee vere”, la filosofia

CAMBIO DI FINALE (5)
«sfocia in uno stile di vita, o meglio, è l’espressione della vita stessa, così come essa è scritta o parlata nella realtà tramite uno stile, lo stilo della propria vita».
Raimon Panikkar

Sol.: stile, stilo.
Per chiudere, un ultimo gioco di parole (non enigmistico, stavolta, ma non meno degno di menzione) è riportato da Ivan Illich nelle sue Conversazioni con David Cayley (Milano 2008, pp. 66-67), a proposito del celebre tema della descolarizzazione: «Le scuole conducono a una società scolarizzata. Mi ricordo che una volta mi trovavo per un dibattito in un quartiere povero di Chicago, all’Urban Training Center, quando una ragazzina nera si alzò e disse: “Sì, sì, ha ragione, siamo tutti fregati [fucked] dalla scuola”. E io ripetei: “Sì, siamo tutti fregati dalla scuola”. Dopo il pranzo, vidi che tutti quei ragazzi portavano già dei distintivi sui quali era scritto “VACCI TU A SCUOLA” [School You, che gioca sulla nota interiezione inglese Fuck you]». Con rispetto parlando.

( «La Sibilla», anno XXXIV, n° 6, Napoli 2008, p. 240)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano