giovedì 22 aprile 2010

Invito al pensiero di Ivan Illich/5. La perdita dei sensi

Ivan Illich ha riconosciuto in Leopold Kohr, economista statunitense di origini austriache, uno dei principali ispiratori del suo pensiero. Tanto da dedicare un cospicuo scritto alla "Saggezza di Leopold Kohr" (contenuto nella raccolta di saggi La perdita dei sensi, recentemente edito dalla Libreria editrice fiorentina).
Illich celebra un intellettuale il cui pensiero si fonda non sull'abbondanza, ma sulla parsimonia; non sull'euforia della crescita sbrigliata, ma sulla sobrietà di uno sviluppo proporzionato e armonioso. Pensiero che Illich tratteggia a partire da due parole fondamentali: appropriatezza e specificità. Cioè: ad ogni realtà specifica si addicono certe cose (mentre altre no).
Ciò contro la tendenza dominante a postulare l'esistenza di soluzioni universali, valide in generale. Non esiste ad esempio un mezzo di locomozione "migliore" sempre e dovunque: in certe circostanze converrà l'automobile, altrove sarà più utile la bicicletta.
La riflessione di Kohr (noto ai più per la celebre espressione "piccolo è bello", che in realtà appartiene al suo allievo Schumacher) partiva da considerazioni di morfologia animale. In tutte le creature viventi esiste una proporzione tra forma e dimensioni: nel caso del topo, ad esempio, si sa che non potrebbero esistere topi più grandi di quelli conosciuti, perché il peso - che aumenta con il cubo della grandezza - non potrebbe più essere retto da zampe di quella forma. Kohr estese queste considerazioni alla società; da qui prendono le mosse anche la riflessione di Illich intorno al tema della controproduttività (cui abbiamo accennato: cfr. su questo giornale Invito al pensiero di Ivan Illich, n° 1 - ottobre 2009 e n° 3 - gennaio 2010) e di alcuni suoi epigoni, a proposito della sobrietà e della decrescita (come Latouche). Illich continua il discorso su Kohr mostrando che
interrogarsi su ciò che è appropriato o che è adatto in un certo luogo porta direttamente a riflettere alla bellezza e alla bontà. La verità del giudizio che ne risulterà sarà essenzialmente morale, non economica.
Non è dunque una questione esclusiva di convenienza, ma il tentativo di riappropriarsi di uno spazio morale, umano, in cui il problema della felicità dell'uomo (e non solo quello della scarsità dei beni) possa avere non solo un senso, ma anche una soluzione. La speculazione di Kohr non è dunque una mera idea
di economia alternativa, ma di una alternativa all'economia.
Per non finire come
le persone impegnate a manipolare formule matematiche [le quali] perdondo l'orecchio per le sfumature etiche e diventano moralmente sorde.
Il libro è la traduzione del francese La perte de sens, libro postumo alla cui revisione Illich ha lavorato l'estate prima di morire. Nel quale il filosofo (egli stesso si definisce così a p. 242) austriaco prende atto criticamente delle tante storture del sistema tecnologico nel quale viviamo (fra cui la pretesa di universalità), per il quale tutto è permesso, tutto è possibile e tutto va fatto. Con un indice dei termini chiave a cura di Serge Rochat e Jean-Michel Corajoud.

(«l'Altrapagina», marzo 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano