giovedì 27 maggio 2010

Democrazia svuotata. Intervista a Mario Guarino

MARIO GUARINO, giornalista, collabora con il settimanale economico “Il Mondo”. Ha dedicato anni di studio alla massoneria in Italia e alla loggia P2 in particolare, pubblicando sul'argomento i libri Gli anni del disonore. Dal 1965 il potere occulto di Licio Gelli e della loggia P2 tra affari, scandali e stragi, ed. Dedalo, 2006, Fratello P2 1816. L'epopea piduista di Silvio Berlusconi, ed. Kaos, 2001 e Poteri segreti e criminalità. L'intreccio inconfessabile tra 'ndrangheta, massoneria e apparati dello Stato, ed. Dedalo, 2004. Sull'intreccio delle vicende personali, economiche e politiche (oltre che massoniche) dell'attuale Presidente del Consiglio italiano, Sivio Berlusconi, ha scritto: Berlusconi. Inchiesta sul signor Tv, ed.  Kaos; L'orgia del potere. Testimonianze, scandali e rivelazioni su Silvio Berlusconi, ed. Dedalo, 2005; Veronica & Silvio. I segreti della first-lady, gli intrighi del premier. Amore, tradimenti e denaro, ed. Dedalo, 2009. Le sue indagini investono anche gli scandali della moda, della RAI e del Vaticano e i legami tra finanza, armi e droga.

Si è molto dedicato allo studio della loggia massonica P2, guidata da Licio Gelli. Che cos'era (o che cos'è) la P2?

La scoperta degli elenchi della Loggia Propaganda 2 (P2) si deve ai magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone, che all’inizio degli anni Ottanta stavano indagando sulle attività e sul falso rapimento del bancarottiere e massone siciliano Michele Sindona. Gli elenchi - tra moltissimi altri documenti - erano custoditi nella residenza di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi (Arezzo). Della Loggia P2 e di Gelli – a capo di quell’organizzazione segreta - si era parlato in precedenza in alcuni articoli di stampa (del settimanale “L’espresso”, ad esempio). Quella scoperta (marzo 1981) consentì di individuare un’organizzazione ramificata ed estesa nella società italiana, e collegata con la massomafia statunitense. Una congrega illegale sia per gli scopi che si prefiggeva sia perché segreta. L’allora premier dc Arnaldo Forlani, al quale Colombo e Turone avevano consegnato copia del documento, tenne la cosa nascosta alla pubblica opinione per circa due mesi: per questo, fu costretto alle dimissioni. In estrema sintesi: la Loggia P2 agiva con obiettivi importanti: innanzitutto, essere un superpotere (sociale, finanziario, politico) sovrapposto al governo per meglio controllarlo, influenzarlo e, dunque, condizionarlo. Fatto di per sé fortemente antidemocratico. Ne facevano parte numerosi politici, militari d’ogni corpo, banchieri, servizi segreti, imprenditori, professori universitari, giornalisti, di alto livello. E tutti, dopo aver giurato fedeltà, facevano riferimento a Gelli, per questo definito “il burattinaio”. Gli iscritti – non tutti in malafede o consapevoli dell’essenza dell’organizzazione - avevano anche un loro tornaconto: chiedevano a Gelli favori d’ogni genere, tra cui avanzamenti di carriera (a scapito di colleghi ignari e meritevoli) e poter usufruire di finanziamenti bancari assai facilitati. C’è un versante scabroso nella P2: attraverso Gelli, la Loggia si proponeva anche di “destabilizzare” il sistema per “stabilizzarlo”. Per raggiungere questo obiettivo supersegreto (come accaduto) si ricorreva perfino a stragi. Una per tutte: quella del 2 agosto 1980 a Bologna, per la quale Gelli è stato condannato, con sentenza definitiva, per depistaggio.
Cos'è il Piano di Rinascita Democratica?
Il cosiddetto “Piano di Rinascita Democratica” era una sorta di manuale per attuare le strategie della Loggia P2. Sarebbe qui troppo lungo occuparsene: basti dire che si proponeva, attraverso i suoi iscritti, la capillare e massiccia infiltrazione nei gangli vitali della società per condizionarla secondo gli scopi statutari fortemente antidemocratici.
Ha sostenuto che alcuni dei punti del Piano si siano realizzati nonostante il processo alla P2. Quali?
Tra i punti realizzati, inseriti nel Piano, il quasi totale svuotamento della Rai Tv della sua essenza di emittente come servizio pubblico (c’erano piduisti tra i dirigenti): la programmazione, anche nei Tg, pilotata non tanto per informare quanto per influenzare quella parte dell’opinione pubblica che si nutre di politica e società solo attraverso il teleschermo. Non solo. Altri obiettivi raggiunti: l’aver favorito la creazione di un polo televisivo privato, Mediaset soprattutto, che – a parte qualche raro apprezzabile programma – agisce come strumento di “distrazione di massa”, secondo un’azzeccata definizione di Sabina Guzzanti. E, checché ne dica Berlusconi, il controllo surrettizio di gran parte della stampa, anche attraverso la pubblicità; il dileggio continuo nei confronti della magistratura, attraverso gli attacchi operati dal premier Berlusconi (tessera P2 n. 1816) e dalla sua ampia corte, fa parte di un disegno “destabilizzante”; il cosiddetto “processo breve”. I prossimi: il presidenzialismo; la separazione delle carriere dei magistrati; la sottomissione dei pubblici ministeri al governo; il controllo sulle indagini di magistratura e polizia giudiziaria, vietando a queste il ricorso delle intercettazioni telefoniche e ambientali.
Della P2 ha fatto parte anche il nostro attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Che importanza ha questo fatto?
Grande. Per almeno due motivi: Berlusconi è l’uomo di punta della Loggia P2 e occupa un posto di primaria importanza nelle istituzioni (molti piduisti sono ancora in grande attività). Tra l’altro, il premier deve moltissimo a Gelli: questi, all’epoca in cui il Cavaliere era agli inizi della sua carriera imprenditoriale, gli consentì di ottenere favolosi prestiti finanziari da diverse banche presiedute o dirette da confratelli piduisti. Finanziamenti, sentenzierà la Commissione parlamentare sulla Loggia P2 diretta dalla dc Tina Anselmi, ottenuti “oltre ogni merito creditizio”.
Gelli ha affermato, con sinistra ironia: "Berlusconi sta attuando il mio Piano di Rinascita Democratica alla perfezione… mi dovrebbero almeno dare il copyright!". Cosa ne pensa?
Gelli ha perfettamente ragione, e afferma questo anche con il compiacimento di chi vede realizzato nel tempo il proprio piano.
Per l'ex Presidente della repubblica Sandro Pertini, "nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere". Per Berlusconi, al contrario, "stando alle sentenze dei tribunali della Repubblica, essere piduista non è un titolo di demerito". Chi ha ragione, e perché?
Pertini fu un uomo onesto e integerrimo. La frase di Berlusconi – notoriamente bugiardo – forse è riferita soltanto a quei suoi confratelli (ce n’erano) iscrittisi per dabbenaggine o solo per fare più velocemente carriera.
Il Piano parla di "uomini di buona fede, animati da disinteresse, onestà e rigore morale", proprio mentre parla di corrompere politici, sindacalisti e giornalisti a suon di miliardi. Strana moralità.
Appunto.
Che ruolo svolge la massoneria internazionale nelle vicende italiane di oggi?
Poiché si tratta di una congrega, in cui c’è di tutto - come testimoniano la storia e le vicende personali dei suoi referenti - è ovvio che il ruolo principale sia tutt’oggi quello di controllare politica ed economia: ossia i capisaldi della società. Per il resto, essendo per sua natura una associazione che agisce nell’ombra, poco trapela al proposito.
Il Piano non vuole sovvertire la democrazia, ma plasmarla in una forma di autoritarismo mediatico che della democrazia conservi solo l'aspetto esteriore (elezioni, consenso, ecc.). Perché? Cosa c'è di diverso dal solito colpo di Stato? C'è qualcosa di cui oggi, in Italia, dovremmo preoccuparci?
Gran parte della risposta è insita nella domanda. È una parvenza di democrazia, ossia una democrazia mascherata che si serve di un esercito di quelli che un tempo servivano alla causa e definiti “utili idioti” (molto ben remunerati, però). Tra essi, numerosi “giornalisti-canguri”, secondo un’azzeccata definizione di Mussolini, che se ne serviva alla grande e conosceva bene l’ampiezza dei loro marsupi pronti ad accogliere denaro. Le cose più preoccupanti mi sembrano tre: il servilismo e l’autocensura di molti giornalisti; l’indifferenza di parecchia gente per la politica; e la scarsa propensione alle letture di grande interesse sociale. Questi aspetti sono intrecciati: consentono ai politici di fare i propri comodi (si governa meglio, se i cittadini sono disinformati e/o indifferenti). Un cittadino avvertito e consapevole, che ragiona con la propria testa, sfugge al controllo politico.

("l'Altrapagina", maggio 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano