lunedì 31 maggio 2010

Professione Blogger

Con la sentenza del 23 aprile 2010 la Corte di Appello di Torino ha stabilito che la figura del "blogger" non è assimilabile a quella del direttore di un giornale, e che dunque egli è responsabile solo di ciò che scrive e non anche delle notizie, dei commenti, delle opinioni inseriti da altri presso il suo blog.
Dunque, non è un direttore di giornale. Ma chi è, il blogger? Nel ringraziare i blogger italiani che hanno risposto alla mia intervista di qualche settimana fa (Daniele Sensi, blog "l'Anticomunitarista", http://danielesensi.blogspot.com/; Wil, "Non leggere questo blog!", http://nonleggerlo.blogspot.com/; Dario Salvelli, casertano, http://www.dariosalvelli.com/; il testo completo delle interviste è visibile in calce), comincerei col dire che il blogger è chiunque scriva almeno di tanto in tanto presso un proprio sito internet personale (ciò che differenzia sostanzialmente il blogging dal cosiddetto "giornalismo partecipativo" o citizen journalism).

Il blogging si basa sull'autosufficienza e sull'accelerazione. Un simbolo dei nostri tempi

Sebbene possa scrivere di tutto (il termine "blog" è l'abbreviazione dell'inglese "web log", "diario sul web"), i blog che hanno più successo (cioè quelli con il maggior numero di visitatori) sono quelli tematici (politici, tecnici, ecc.). Il numero di lettori è un indice di fondamentale importanza: perché il blogger non è quasi mai un giornalista stipendiato da una testata, è la sua unica fonte di sostentamento è la pubblicità sul sito (o le donazioni volontarie dei suoi appassionati).
Il blogger non è un giornalista, ma le due attività si assomigliano e si intersecano: a volte i blogger prendono spunto da una notizia e la collegano, la approfondiscono, la commentano; altre volte sono i giornali a giovarsi della tempestività di internet, prendendone spunto per i loro articoli. Fondamentalmente contrari a ogni censura, alcuni mettono l'accento sulla professionalità, altri sulla creatività.
Ma sono due, alla resa dei conti, le grandi differenze tra il blogging e il giornalismo. La prima. Il blogger fa tutto da sé: concepisce l'idea, la stende in un articolo, la scrive al computer, ne cura l'impaginazione e ogni dettaglio grafico, la pubblica in internet. La seconda. La rapidità: appena il blogger viene a sapere (o anche solo sospetta) qualcosa, si mette in moto, controlla la notizia, fa delle telefonate, scrive l'articolo ("post", nel gergo di internet) e nel giro di un'ora (a volte meno) la notizia viene data sul suo blog ed è immediatamente disponibile al mondo.
Il blogger è un simbolo della nostra epoca, è uno che "si fa da solo", lavora da solo, legge, scrive, pubblica e si pubblicizza da solo; è un epifenomeno (una volta tanto positivo) dell'individualismo dominante, in forma digitale. In più è sempre connesso a internet, ovunque si trovi, sempre a caccia dello scoop, vive all'insegna della rapidità e dell'accelerazione continua. Prodotto di un'epoca che vuole sapere tutto e subito. Ma ciò non va sempre a scapito della qualità: il blogging di qualità esiste, anche in Italia, anche a Caserta. Sta a noi saperne far uso senza entrare in una ennesima forma di dipendenza: la compulsione del fare clic sul tasto "Aggiorna".

(«Il Caffè», 28 maggio 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano