mercoledì 2 febbraio 2011

Dio, Padania e famiglia. Intervista a Daniele Sensi

Daniele Sensi, blogger e giornalista freelance, ha collaborato con «l’Unità» e «l’Espresso». Si dedica quotidianamente all’analisi dei comportamenti della Lega Nord in Italia, in particolare tramite l’ascolto di “Radio Padania”, che racconta nel suo blog personale “l’Anticomunitarista”.

La Lega Nord incita continuamente all’odio e alla discriminazione (di cui Lei quotidianamente parla nel suo blog: http://danielesensi.blogspot.com), e al contempo si erge a paladina della cristianità. Come è possibile?
Ci sono due modi, in Lega, per essere cattolici: per contrapposizione (nei confronti dei musulmani) e per conservazione. La prima tendenza fa capo al movimento “Padania Cristiana”, di Mario Borghezio, vicina ai preconciliari della Fraternità Sacerdotale San Pio X; la seconda, all'associazione “Cattolici Padani”, retta dal senatore Giuseppe Leoni. In entrambi i casi, la cristianità è puro accidente: si è cattolici perché gli “altri” sono islamici e/o perché - soprattutto nel nord-est, ex bacino elettorale della DC, ora ereditato dalla Lega - la famiglia e la vita, ovvero i “valori non negoziabili”, sono stati
tradizionalmente declinati in senso cattolico.

Nonostante questa fondamentale incoerenza, la Chiesa cattolica mostra spesso una certa simpatia non solo verso singole scelte leghiste (come quelle contro la pillola “del giorno dopo” o contro la rimozione dei crocifissi dalle scuole), ma talora addirittura affermando in generale che “i rapporti con il governo sono sereni” (proprio mentre la Lega introduce nell’ordinamento italiano il “reato di clandestinità”).
Occorre distinguere tra la Chiesa nel suo esercizio secolare e quella nel suo esercizio spirituale. La prima si è da sempre mostrata ben disposta a sacrificare il qui e adesso in nome della salvaguardia di quei principi che proprio dell'esercizio spirituale costituiscono i fondamentali.

Cosa pensa, da cattolico, della “doppia morale” leghista: uomini devoti alla Messa domenicale, che però una volta usciti dalla chiesa vanno a dar la caccia agli immigrati casa per casa?
Da cattolico non mi permetto evidentemente di giudicare. Da analista, le cose stanno diversamente.

L’anno scorso a Coccaglio, un Comune della provincia di Brescia, la Lega ha effettuato l’operazione “White Christmas” (“ripulire” entro Natale la città dagli immigrati coi documenti scaduti, dando loro la caccia porta a porta), per la qual cosa è stata accomunata al famigerato KuKluxKlan.
Del resto anche i membri del KKK si ritenevano - e si ritengono - devoti cristiani. Tuttavia se proprio si vuole trovare un referente estero per la Lega non è negli Stati Uniti che si deve guardare, ma in Francia. Lì sono da tempo attivi minoritari movimenti per lo più costituiti da fuoriusciti dall'estrema destra tradizionale che proprio in chiave localistica e anti-islamica stanno riciclando la propria battaglia. Si tratta di gruppi eterogenei, federati in un'organizzazione che prende il nome di "Blocco identitario". La loro principale attività? La distribuzione, ai senzatetto, di zuppa di maiale, giusto per essere certi di aiutare "i nostri", ovvero per escludere i musulmani - ma anche gli ebrei. Ai loro principali meeting è spesso presente Mario Borghezio; ad alcuni, hanno persino aderito i Giovani padani. Anzi, non è il Blocco identitario ad essere referente estero per certi esponenti della Lega: i fattori sono invertiti, poiché, a quelle riunioni, Borghezio è sempre invitato come ospite d'onore.

Nonostante le numerose e terribili testimonianze delle condizioni di detenzione nei lager libici, il governo continua nella sua politica di respingimento in mare. Una politica cristianamente condivisibile?
Ancor prima che cristianamente, si tratta di una politica civilmente incondivisibile.

Massimo Cacciari scrisse sull’«Unità» che gli alleati che la Chiesa si sceglie di volta in volta per motivi tattici sono quelli che meno sarebbero adatti dal punto di vista strategico dei principi. È d’accordo? È questo il motivo della simpatia tra la Lega e la Chiesa? O c’è qualcosa di più profondo?
Sono d'accordo. Rimando a quanto detto sopra tra esercizio spirituale e secolare. Nulla di più profondo: un gioco delle parti che fa comodo ad entrambi. Certo, con l'avvento al soglio pontificio di Ratzinger, una certa affinità un po' più sostanziale è forse sopraggiunta, si pensi al reintegro degli scismatici lefebvriani, ovvero di quella stessa Fraternità vicina all'associazione di Borghezio cui accennavo prima. La Chiesa che ritrova la sua unità - così come la Lega: “Cattolici padani” e “Padano-cristiani” finalmente riconciliati.

Tra le altre trovate retoriche, la Lega rispolvera l’intramontabile (quanto grossolano, di fallaciana memoria) mito della “conquista dell’Europa” da parte dell’Islam attraverso l’“arma demografica”. È forse questa mentalità inattuale (e facinorosa) da crociati a piacere tanto alla destra cattolica?
No, la destra cattolica è ben più pragmatica. La rivisitazione delle Crociate può far presa su un elettorato di cultura medio-bassa, che non è propriamente quello della “destra cattolica”.

Una disarmante affermazione di mons. Fisichella: «quanto ai problemi etici, mi pare che la Lega manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa». Siamo a questo punto?
Pura realpolitik. Dal loro punto di vista, si tratta della scelta del meno peggio.

C’è anche una Chiesa in disaccordo con l’etica xenofoba e violenta della Lega, una Chiesa spesso vessata proprio per il suo richiamo al Vangelo e alla coerenza, come la Caritas, o «Famiglia cristiana». Quale evoluzione prospetta per il futuro dei rapporti tra la Lega Nord e la Chiesa cattolica? Ci sono motivi di speranza?
Il fatto è che la Lega vorrebbe poter declinare anche il Vangelo in chiave esclusiva e localistica. Aiutare i poveri, sì, ma che siano i nostri. Altrimenti si è complici del “mondialismo” e della “massoneria”. Famiglia Cristiana e Caritas, ma anche personaggi ingombranti come il cardinale Tettamanzi, sono “infiltrati che tentanto di sovvertire la Chiesa dal suo interno”. Si espresse così, tempo fa, il lefebvriano don Floriano Abrahamowicz ai microfoni di Radio Padania. Loro si sentono sinceramente cattolici; è la Chiesa quella colpevole di essere talvolta poco leghista. Motivi di speranza? Da cittadino e da credente non posso che augurarmi di no. La Barbarie potrà forse essere redenta, ma nessun compromesso, lungo questa via, è auspicabile.

(«l'Altrapagina», gennaio 2011)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano